Ministero della Pubblica
Istruzione
Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per lo Studente
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Programma Nazionale .La Pace si fa a Scuola.,
4 ottobre ‐ Giornata Nazionale della Pace a Scuola.
Premessa
Educare il cuore e l.intelligenza della persona alla comprensione delle diversità è
l.impegno che la scuola, da tempo, si è posto e che i suoi insegnanti, insieme agli studenti
ed alle famiglie, hanno perseguito con passione ed impegno in vista dello sviluppo
integrale della persona umana.
Si è così formato un patrimonio che, accumulato negli anni, oggi ci consente di
godere di numerose, consolidate e proficue attività scolastiche di educazione alla Pace, al
rispetto ed alla solidarietà tra i popoli; è un patrimonio che oggi deve essere
sistematicamente ed organicamente integrato con quanto realizzato, analogamente ma
con modalità ed in contesti diversi, da organizzazioni sociali, istituzioni e associazioni
che operano nella società italiana.
Da un tale incontro dovrà nascere quella sinergia che consentirà all.Italia di
rispondere fattivamente e con grande incisività alla risoluzione ONU 53/25 del 10
novembre 1998 (con cui il periodo 2001‐2010 è stato proclamato ʺDecennio Internazionale
per una Cultura di Pace e Nonviolenza per le Bambine e i Bambini del Mondoʺ), alla
.Dichiarazione per una Cultura di Pace. dell.ONU del il 13 settembre 1999 ed al collegato
.Piano d.Azione per la Cultura della Pace.. Sarà così possibile, quindi, dare una risposta
concreta a quanto già affermato in precedenza dall.ONU, e precisamente nella costituzione
dell.Organizzazione delle Nazioni Unite per l.Educazione, la Scienza e la Cultura, in cui si
dichiarava che .dal momento che la guerra ha inizio nelle teste degli uomini è nella mente degli
esseri umani che bisogna iniziare a costruire la pace..
Pace come educazione allo sviluppo
Grazie anche alle possibilità offerte dall.autonomia scolastica e in linea con le nuove
indicazioni nazionali per la scuola primaria e con lo sviluppo di quelle .competenze di
cittadinanza. che il nuovo obbligo scolastico persegue, le scuole possono e devono
prevedere occasioni in cui poter sviluppare la trasversalità dell.insegnamento
coinvolgendo familiari, autorità amministrative locali e soprattutto esperti, organi di
stampa e ONG che possano arricchire il bagaglio di conoscenze dello studente. A tal fine
esistono tante .buone pratiche. sperimentate nel tempo dalle scuole e che vanno
disseminate, proiettate all.esterno e riproposte sistematicamente con la massima
diffusione.
Se il fenomeno della globalizzazione, che ha assunto spesso ed a ragione una
connotazione negativa di tipo economico . consumistico, potesse essere indirizzato alla
condivisione di valori comuni, di esperienze e di scelte di vita, in cui la qualità sia
prevalente sulla quantità, l.educazione potrebbe assumere un ruolo forte per una nuova e
positiva accezione del termine. Il processo di globalizzazione, facilitato dal rapido
sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, benché
rappresenti una sfida per le differenze culturali, crea allo stesso tempo le condizioni per un
rinnovato dialogo fra le varie culture e civiltà. Si rende pertanto necessario il superamento
della prospettiva locale, italiana o europea, per maturare uno sguardo globale sulla realtà
e per contrastare forme di pregiudizio e discriminazione, educando i ragazzi a sviluppare
la consapevolezza dell.essere soggetti interdipendenti.
Educare alla pace significa anche pensare allo sviluppo economico‐sociale in
termini nuovi. Per lungo tempo si è creduto che il benessere economico fosse la
componente essenziale dello sviluppo; oggi si ritiene che debbano essere prese in
considerazione non solo le istanze economiche ma tutto il complesso delle esigenze umane
ed ambientali.
La società industriale non è l.unico modello di comunità sviluppata e le
popolazioni dei paesi del Terzo Mondo devono essere incoraggiate a ricercare propri
modelli originali, fondati sul duplice principio dell.autosufficienza e dell.interdipendenza.
L.educazione allo Sviluppo Sostenibile, aspetto chiave dell.educazione alla Pace,
riflette l.impegno ad un.educazione di qualità caratterizzata dall.interdisciplinarità, da un
approccio olistico e dallo sviluppo del pensiero critico. In questa prospettiva sarà
opportuno favorire reti, connessioni e interazioni tra classi, scuole e istituzioni anche di
Paesi in via di sviluppo per incrementare la qualità dell.insegnamento e l.interiorizzazione
dei principi su cui si basa l.educazione allo Sviluppo Sostenibile.
Inoltre, un rapporto corretto con l.ambiente è già un passo verso la pace proprio
perché il territorio in cui viviamo è un bene collettivo, imparare a conoscerlo e a rispettarlo
significa umanizzare la nostra qualità di vita e difendere la Natura.
Pace come promozione del dialogo interculturale
La scuola ha sempre avuto un ruolo fondamentale per incoraggiare la creatività e
per ispirare un dialogo autentico tra le culture e per questo tutte le scuole devono essere
messe in condizione di poter attuare programmi di scambi culturali con altri Paesi.
Le nuove società multietniche, multireligiose e multiculturali, che si stanno
consolidando a seguito degli inarrestabili processi di globalizzazione e dei nuovi flussi
migratori, costituiscono i principi fondanti di una nuova cittadinanza consapevole e
solidale cui le nuove generazioni in nessun modo possono restare estranee.
Anche per questo, la Commissione Europea ha dichiarato che il 2008 sarà .Anno del
dialogo interculturale.: la promozione di un anno europeo è infatti finalizzata allo
sviluppo della consapevolezza, tra i cittadini europei e, in particolare tra i giovani, della
rilevanza, nei diversi ambiti della vita associata e individuale, della differenza culturale.
La scuola è quindi chiamata con maggior forza a contribuire fattivamente
proponendo ulteriori attività di promozione del dialogo interculturale per contribuire allo
sviluppo di una cittadinanza europea attiva, aperta al mondo, rispettosa della differenza
culturale e basata su valori condivisi.
Pace come gestione costruttiva e nonviolenta dei conflitti
Il conflitto . se incanalato nelle corrette forme di rappresentanza e di esercizio
democratico delle proprie libertà ‐ è un fenomeno fisiologico nella vita degli individui e
delle società: in caso contrario, può degenerare facilmente nella violenza distruttiva.
Come ha anche osservato Gandhi, spesso con l.utilizzo di metodi violenti i conflitti non
giungono ad una vera soluzione, ma vengono solo temporaneamente tacitati per evolvere
poi in ulteriori momenti di scontro. Per fortuna di noi tutti, nella vita degli individui e
delle società troviamo innumerevoli casi in cui la nonviolenza ha consentito di gestire e
risolvere costruttivamente i conflitti: è per questo che il cuore dell.educazione alla pace è
l.insegnamento a combattere le ingiustizie e le violenze senza usare le stesse armi,
utilizzando gli strumenti della nonviolenza attiva.
Di qui l.importanza di acquisire conoscenze e tecniche per la comprensione, in tutti
gli ambiti e a tutti i livelli, dei processi conflittuali in atto, delle relative cause e della
individuazione delle soluzioni nonviolente potenzialmente disponibili.
La pace si insegna e si impara, per questo la scuola ha una responsabilità speciale
Interiorizzare il concetto, ampio e complesso, di pace e riconoscere l.importanza
sostanziale dei diritti umani crea le basi per la formazione di cittadini responsabili,
consapevoli dei diritti e dei doveri di ciascuno e impegnati per la loro tutela, cittadini
impegnati nella propria realtà ma aperti al mondo.
Le istituzioni scolastiche, gli Enti Locali, le Regioni, il mondo dell.informazione e
più in generale, tutte le agenzie educative devono contribuire a sviluppare la cultura della
pace, della nonviolenza e dei diritti umani.
In questo senso la scuola è il luogo privilegiato dove poter migliorare la qualità
della vita delle persone e dove poter accrescere le loro capacità di partecipare ai processi
decisionali che guidano le politiche sociali, culturali ed economiche della nostra società.
Studenti, insegnanti, autorità scolastiche, associazioni ed enti locali possono unire
competenze, esigenze, risorse, valorizzando il protagonismo di ciascuno e costruendo una
fitta rete di attività che deve divenire sempre più quotidiana e ordinaria.
Che cosʹè la pace che vogliamo insegnare?
È necessario partire da una definizione di ʺpace positivaʺ, per cui la pace non è da
difendere, ma da costruire insieme. La pace non è solo assenza di guerre, ma un processo
che tende ad eliminare o a ridurre il più possibile le situazioni di violenza. La pace, infatti
.è un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti umani possano essere
pienamente realizzati per tutti gli uomini e tutte le donne. (articolo 28 della Dichiarazione
Universale dei diritti umani).
La cultura della pace positiva, della pace come progetto ed impegno nasce nel cuore
dell.uomo, si trasferisce nella società e deve essere considerata nell.azione politica degli
stati e delle istituzioni politiche che possono divenire portatrici di una cultura di pace.
L.apprendimento e la pratica dell.azione per la pace e la nonviolenza e per i diritti
umani devono essere finalizzati all.acquisizione del senso di responsabilità e devono
contribuire all.educazione del rispetto dell.Altro. Si tratta di uno .stile di vita., di un
.modo di essere. che non si apprende attraverso lo studio astratto di particolari discipline
ma che si .assorbe per contatto., perché si è immersi in un .clima di vita e di
apprendimento. in cui quotidianamente i valori della pace, del rispetto dell.altro e delle
regole, del benessere inteso come .stare bene insieme., vengano vissuti e respirati a pieni
polmoni. Anche la scuola (che forse è il .luogo. in cui fino ad oggi una tale
consapevolezza è maggiormente maturata e maggiormente praticati ne sono i principi) è
chiamata a rivedere taluni suoi meccanismi di relazione e a convertire verso la Pace la sua
proposta di vita (in accordo con le famiglie e il territorio, altrimenti sarebbe vano ogni suo
sforzo) e ad offrire un quadro in cui ci sia opportunità di cooperare ed educarsi alla pratica
dei diritti umani e civili.
La pace a scuola
E. fondamentale che la scuola sia un luogo di pace, un luogo dove si apprende il
valore della pace, dove si vive e si cresce in pace ovvero nel riconoscimento e nel rispetto
dei diritti umani.
E quando diciamo scuola, pensiamo a tutta la comunità scolastica:
in primo luogo gli studenti, da cui molto ci si aspetta ed a cui molto si chiede in
termini di maturazione personale e di condivisione degli sforzi che l.istituzione fa per la
loro crescita;
pensiamo alle famiglie, chiamate a maturare la condivisione delle finalità educative
della scuola con entusiasmo e lealtà, rinunciando a residuali e distruttive tentazioni
egoistiche;
pensiamo ai collaboratori scolastici, da sempre il .biglietto da visita. delle scuole,
chiamati a creare in ogni spazio dell.edificio il .clima giusto. ed a trasmettere con il
proprio lavoro il senso del rispetto per le cose e le persone;
pensiamo al personale amministrativo, chiamato a gestire compiti e ad organizzare
lavori che l.autonomia scolastica vuole sempre più complessi e trasparenti;
pensiamo ai docenti, chiamati ancora una volta a dare il meglio di sé come
educatori e come persone portatrici di valori, ben sapendo che a loro la società già chiede
molto pur non essendo sempre disposta a restituire quanto riceve;
pensiamo ai Dirigenti Scolastici, impegnati a dare gambe e respiro ad un.autonomia
scolastica che . se è foriera di grandi potenzialità e possibilità educative . richiede loro un
impegno ed una .fatica. prima sconosciuta ai vecchi .capi di istituto..
Una scuola di pace è, infatti, una scuola che riflette su sé stessa e che .si ripensa..
Tutti, dal dirigente scolastico agli insegnanti, dagli studenti, ai collaboratori e ai genitori
devono rispondere alla domanda: cosa possiamo fare per trasformare la nostra scuola in
un luogo di pace?
È quindi necessario che si pensi alla pace in tutti i momenti della vita scolastica:
• dal momento in cui si organizza l.accoglienza degli studenti;
• all.accoglienza e l.integrazione dei ragazzi non italiani nelle scuole;
• all.attivazione di percorsi specifici necessari al rispetto delle pari
opportunità;
• alla quotidiana gestione delle relazioni all.interno della scuola;
• alla costruzione comune del sapere e della cultura come processo di
cittadinanza;
• alle scelte didattiche volte a dare spazio e cittadinanza alle culture;
• alla cura della partecipazione alla vita scolastica delle varie componenti
(studenti, genitori, docenti, territorio, ecc.);
• alla cura per l.orientamento e le iniziative di contrasto alla dispersione
scolastica;
• al momento in cui i problemi esplodono e devono essere affrontati con
strumenti di pace.
Una cultura di pace, che ha anche lo scopo di preservare le future generazioni dallo
spettro della guerra, si raggiunge attraverso l.interiorizzazione dei valori e l.acquisizione
di atteggiamenti e comportamenti che riflettano e ispirino interazione sociale e
condivisione. Il rispetto per la differenza, la tolleranza, il dialogo e la cooperazione, in un
clima di fiducia e comprensione reciproca, è il presupposto per favorire la coesione sociale
e lo sviluppo di unʹeconomia fondata sulla conoscenza. Anche lo studio di talune
discipline, quelle più propriamente impegnate nella ricostruzione del senso della
comunità (la Storia, l.Educzione Civica, la Letteratura e, per i più grandi, il Diritto, la
Filosofia, la Storia dell.Arte, l.Economia, le Scienze naturali.) sono chiamate a connettere
la dimensione personale dei conflitti vissuti dai ragazzi e le modalità di trasformazione
nonviolenta da loro sperimentate, con dimensioni più ampie come i conflitti tra popoli o
tra Stati, il disvelamento dei processi macroeconomici, le contaminazioni artistiche, la
testimonianza letteraria, la tutela dell.ecosistema, favorendo così negli studenti
prospettive nuove nella capacità di lettura della realtà globale e nella immaginazione di
soluzioni alternative a quelle regressive (o patologiche) della guerra e della violenza.
Il pluralismo e il dialogo culturale sono oggi strumenti preminenti per arginare e
scoraggiare fenomeni di estremismo e fanatismo e per favorire la coesistenza pacifica e
l.arricchimento reciproco. La cultura, quella strutturata e finalizzata alla realizzazione
della persona è propria della Scuola (ed è così diversa dalla casualità, dal relativismo
scientifico e morale, dalla superficialità di tanta .pseudocultura. che circola con ogni
mezzo, tra i nostri ragazzi) ed è una delle poche carte (ma una carta .forte., piena di
significati) che abbiano oggi per superare e vincere anche i tanti .fondamentalismi. che
inquinano la nostra coscienza civile.
La pace come base dell.offerta formativa
L.educazione alla pace, intesa così come abbiamo tentato di specificare sinora, oltre
ad essere il valore fondamentale di riferimento per la definizione di ogni Piano dell.offerta
formativa scolastica, nasce da una consapevole definizione delle competenze che ogni
cittadino deve possedere per essere capace di mettersi in gioco nella democrazia glo‐cale.
Il concetto di pace all.interno della comunità scolastica può contribuire a mutare la
dimensione organizzativa e relazionale all.interno della scuola e anche a favorire il
protagonismo giovanile, non più inteso come preconcetto contraltare del .protagonismo
degli adulti. ma in chiave di una rinnovata e consapevole partecipazione alla comunità
scolastica e civile.
Affinché si possano costruire i saperi di una cultura figlia della logica della Pace è
necessario realizzare percorsi di .cittadinanza critica. offrendo anche nella scuola
visibilità ai soggetti che fattivamente operano per la pace ed i diritti sul territorio,
costruendo reti tra scuole, enti locali e società civile.
Le competenze da acquisire nel quadro di questi saperi sono di più ordini, come
ben segnalato dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18
dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l.apprendimento permanente e riprese
sia dall.indicazioni nazionali per il Curricolo della scuola dell.infanzia e della scuola del
Primo Ciclo oltre che dal Regolamento per l.innalzamento dell.obbligo di istruzione. Esse
vanno dalle competenze centrate sul sé a quelle rivolte verso il mondo, passando
attraverso quelle che consentono l.attenzione all.altro, al gruppo e all.organizzazione
sociale.
Nel rendere effettive tutte queste indicazioni concrete le scuole potranno avvalersi
del fondamentale apporto degli Enti Locali che in questi anni hanno già reso possibile
l.attuazione di importanti progetti di educazione alla pace.
Il ruolo degli insegnanti
Come ampiamente dimostrato dall.esperienza educativa delle scuole italiane,
l.insegnante, è il principale protagonista della diffusione di una cultura di pace a scuola. È
compito degli insegnanti gestire le classi in modo da promuovere la comprensione, il
rispetto reciproco delle differenze, la tolleranza, l.eguaglianza di genere e l.amicizia e la
solidarietà. Gli insegnanti, sostenuti dagli organismi direttivi e dalle Istituzioni, hanno
infatti la responsabilità di trasformare la classe in una comunità facendo emergere la
consapevolezza dell.importanza dei valori della pace, della cooperazione, della
coesistenza e della condivisione.
Realizzare e favorire un reale processo educativo nei giovani è già di per sé cosa
complessa e irta di difficoltà, come ben sanno i nostri insegnati. Figurarsi le difficoltà di
un.educazione alla Pace in una società, come la nostra, attraversata da sempre più forti e
contradditori segnali ad essa contrastanti. Non si tratta infatti di inserire nell.offerta
formativa una materia in più, un progetto in più. Non è una nuova materia da aggiungere
agli altri insegnamenti, né si tratta di riproporre la vecchia logica delle .educazioni.,
finalmente scomparsa . con le nuove indicazioni nazionali . dalla prospettiva curricolare
della scuola italiana. L.operazione che abbiamo sinora delineato, e che viene rilanciata
oggi, è . come abbiamo visto . molto profonda e complessa e dunque non può essere
affidata in modo esclusivo alla responsabilità e all.attività di un solo insegnante.
Ogni insegnante ha la stessa responsabilità e può contribuire a questo progetto di
vita in modo unico e originale.
È necessario però creare (anche nelle scuole che ne fossero ancora sprovviste) dei
riferimenti specifici all.interno della scuola assegnando ad almeno un insegnante la
funzione di coordinatore dei programmi di educazione alla pace.
Altrettanto necessaria è l.introduzione nei materiali didattici di tematiche relative ai
temi più rilevanti quali la prevenzione e la gestione costruttiva dei conflitti violenti, il
rispetto delle differenze culturali e dei diritti umani, l.ottica globale, dello sviluppo
sostenibile con la quale avvicinarsi alla conoscenza e alla risoluzione delle problematiche
sociali e ambientali determinati dai cambiamenti climatici.
Valorizzare le innumerevoli esperienze realizzate dalle scuole
Ogni spontanea iniziativa di pace e di educazione alla pace è un fatto positivo e,
come abbiamo visto, per la sua realizzazione occorre la collaborazione di tutto il personale
della scuola, soprattutto per promuovere il passaggio dalle iniziative occasionali alla
sistematicità dell.agire pedagogico per la pace.
E. necessario inserire i percorsi di educazione alla pace nei Piani dell.Offerta
formativa promuovendo attività che facilitino la partecipazione attiva degli studenti e il
coinvolgimento dei genitori. Per quanto detto prima, per essere efficace l.educazione alla
pace non deve limitarsi allʹinsegnamento dei valori e dei principi ma essere orientata
allʹazione.
E. importante essere disponibili e pronti ad utilizzare positivamente le
.emergenze. interne ed esterne creando sinergie con gli enti locali per far fronte alle
esigenze specifiche del territorio.
La Scuola, infatti, può contribuire concretamente alla costruzione della pace, della
solidarietà e dei diritti umani favorendo l.accoglienza e l.integrazione dei ragazzi non
italiani nelle scuole tramite gemellaggi e scambi culturali con le scuole dell.Europa,
dell.Africa, del Mediterraneo e con scuole di paesi in conflitto; può coinvolgere gli studenti
a partecipare direttamente a progetti di cooperazione internazionale per favorire lo
sviluppo di un dialogo interculturale e interreligioso e può incentivare iniziative di
ripudio della violenza e di boicottaggio dell.uso delle armi.
Né è da sottovalutare l.importanza che avrebbe, sia per i bambini che per gli
adolescenti, la conoscenza e lo studio . ognuno con le modalità proprie della sua età . di
personalità come Gandhi, La Pira, Capitini, Lorenzo Milani, Spinelli (solo per citarne
alcuni), personalità di cui oggi difficilmente è possibile uno studio approfondito nella
scuola. La ridefinizione delle indicazioni nazionali e l.attenzione posta allo studio del
Novecento già vanno in questa direzione: sarebbe auspicabile e ci aspettiamo che anche
altri (specie gli autori e gli editori dei libri scolastici, che tanta parte hanno avuto ed hanno
nel miglioramento dell.offerta formativa) facciano la loro proponendo con maggiore
attenzione non solo la tematica della pace ma anche quegli .operatori di pace. che hanno
marcato la nostra storia e la nostra cultura.
.La pace si fa a scuola.
Tra i progetti avviati per promuovere l.educazione alla pace particolare rilievo sarà
dato al progetto .La pace si fa a scuola., a cui tutte le scuole sono invitate a partecipare.
.La pace si fa a scuola. è un progetto partito nel dicembre 2006 dalla cooperazione
tra il Ministero della Pubblica Istruzione, il Ministero della Difesa e le associazioni ed enti
che operano per progetti di educazione alla pace e cooperazione allo sviluppo su tutto il
territorio nazionale ed europeo.
Obiettivo prioritario del progetto è quello di diffondere e sviluppare nelle giovani
generazioni l.educazione alla pace, alla cooperazione, al rispetto della differenza e delle
altre culture, valori sui quali dovrà fondarsi la società del domani. Il progetto inoltre
prevede per le scuole un supporto per la progettazione di appositi percorsi formativi,
coerenti con le peculiarità territoriali, da porre in essere in stretto collegamento con le
famiglie e con altri soggetti ed istituzioni presenti a livello locale.
Il progetto si articola in diverse azioni supportate da un portale appositamente costituito,
www.lapacesifascuola.it.
Detto portale permette di:
‐ dare visibilità ai progetti che le scuole stanno realizzando per diffondere la cultura
della pace
‐ promuovere l.attivazione di una rete di scambi tra gi studenti delle scuole italiane
e le scuole libanesi.
‐ avviare iniziative di gemellaggio tra scuole italiane e libanesi con il fine di
progettare biblioteche, ludoteche e altre strutture la cui realizzazione potrebbe
essere curata dai nostri soldati e dalle ONG già presenti in loco.
‐ avviare un forum di discussione che rappresenti uno spazio di confronto per le
scuole sui temi della pace e della cooperazione e che metta in contatto gli studenti
con i nostri soldati in missione, i quali potranno anch.essi collegarsi al forum
utilizzando una password appositamente creata.
Ministro Generale
F. M. Conventuali
F.to P. Marco Tasca
Custode della
Basilica di San Francesco
F.to P. Vincenzo Coli
Il Ministro
della Pubblica Istruzione
F.to Giuseppe Fioroni
sabato 8 dicembre 2007
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