Prot. n° 5843/A3 Roma, 16 ottobre 2006
IL MINISTRO
Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità
VISTA la Costituzione della Repubblica Italiana;
VISTO l’art. 21 della legge n. 59 del 15 marzo 1997 che riconosce personalità
giuridica a tutte le istituzioni scolastiche e ne stabilisce l’autonomia, quale garanzia
di libertà di insegnamento e pluralismo culturale;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica n. 275 dell’8 marzo 1999 che
regolamenta l’autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, sperimentazione e
sviluppo delle istituzioni scolastiche;
VISTO CHE i Documenti internazionali, le Raccomandazioni dell’ UNESCO e le
Direttive comunitarie, costituiscono un quadro di riferimento generale per collocare l’
educazione alla cittadinanza e alla legalità e i valori che vi sono connessi, in un più
ampio contesto pedagogico e culturale;
VISTO il Libro bianco «Un nuovo slancio per la gioventù europea» presentato il 21
novembre 2001 dalla Commissione U.E., la quale ritiene che la partecipazione dei
giovani debba essere incoraggiata, attraverso il rafforzamento delle strutture nelle
quali i giovani possono farsi ascoltare e che l'informazione sia indispensabile allo
sviluppo della cittadinanza attiva;
VISTO che il Parlamento europeo, nella Risoluzione sul Libro Bianco (GU C 180 E
del 31.7.2003) ha sottolineato l'importante ruolo svolto dalle organizzazioni giovanili
internazionali ed europee per consentire ai giovani di partecipare stabilmente ed
attivamente alla vita democratica in Europa e di esercitare, nella società, un ruolo di
protagonisti;
VISTO che il Consiglio d'Europa ha proclamato il 2005 "Anno europeo della
cittadinanza democratica, attraverso l'educazione", con l’ obiettivo di impegnare le
istituzioni scolastiche e formative perché siano luoghi di diffusione della cultura della
legalità, della cittadinanza, della convivenza civile, della partecipazione;
VISTA la comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento
europeo dell’8 settembre 2006 sull’efficienza e l’equità dell’istruzione e della
formazione, fondamentali per la crescita economica, l’occupazione e la coesione
sociale;
TENUTO CONTO della posizione comune del Parlamento europeo e del Consiglio
in vista dell’adozione della Decisione, che istituisce, per il periodo 2007-2013, il
programma d’azione “Europa per i cittadini”, finalizzato alla promozione della
cittadinanza attiva e quindi allo sviluppo del senso di appartenenza ad una società
fondata sui principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti dell’uomo, diversità
culturale, tolleranza e solidarietà, principi dichiarati nella carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea, proclamata il 7 dicembre del 2000;
CONSIDERATO il diffuso malessere dei giovani, nella scuola e nella società, che si
esprime in molteplici forme e dimensioni: l’ abbandono precoce della scuola, lo
scarso rendimento scolastico, le difficoltà di apprendimento, la fuga dalla regole del
vivere civile e sociale, originando fenomeni di bullismo, di microdelinquenza, di
conflittualità più o meno latenti;
TENUTO CONTO della presenza nel nostro Paese di fenomeni di povertà,
emarginazione e illegalità, che alimentano senso di insicurezza e precarietà
generando un atteggiamento di sfiducia nelle istituzioni e di diffidenza nelle norme;
CONSIDERATO che l’Italia presenta un tessuto sociale ed economico sempre più
multietnico e multiculturale che rafforza la necessità di confronto e dialogo, nonché
di esercizio del diritto alla diversità;
CONSIDERATO che i cambiamenti sociali, culturali, economici e le complessità
che caratterizzano le società attuali hanno determinato processi di innovazione e
trasformazione significativi sui sistemi educativi di tutti i Paesi rendendo necessario
ridefinire il concetto stesso di cittadinanza, di legalità e di democrazia anche
attraverso il riconoscimento del ruolo fondamentale della componente studentesca
nella vita della scuola e della comunità;
CONSIDERATO che esiste una forte correlazione tra democrazia, conoscenza di
diritti e doveri, giustizia e legalità intesa, quest’ultima, come strumento di libertà,
possibilità di scelta, partecipazione, fiducia nelle istituzioni;
TENUTO CONTO che la legalità si sostanzia di principi, valori condivisi e regole
che implicano possibilità di accesso alla conoscenza di diritti e doveri, ma anche di
partecipazione consapevole e costruttiva alla vita sociale e politico-istituzionale;
RITENUTO che la scuola, sede istituzionale dell’educazione e dell’istruzione, deve
assumere la responsabilità di contribuire alla coesione sociale attraverso l’attenzione
alle differenze tra generazioni, generi, etnie, lingue, religioni e culture, l’impegno a
leggere i bisogni formativi del territorio di riferimento rapportati alla più ampia
dimensione nazionale, europea e mondiale, la ricerca di strategie adeguate, in grado
di favorire la partecipazione di tutti gli alunni e le alunne al proprio processo
educativo-formativo e alla vita della comunità scolastica;
TENUTO CONTO che la cultura della democrazia e della partecipazione, della
legalità e della responsabilità, del rispetto della propria persona e di quella altrui,
della collaborazione e solidarietà si costruisce nell’esperienza, da vivere nella scuola
quale luogo privilegiato;
CONSIDERATO che il bagaglio culturale dei giovani è frutto della interazione tra
apprendimenti formali e apprendimenti informali e non formali e che la cultura della
cittadinanza e della legalità è il risultato dell’ esperienze e delle conoscenze
acquisite anche al di fuori della scuola;
RITENUTA l’educazione alla legalità una dimensione formativa trasversale ai saperi
e al contempo opportunità pragmatica per potenziare la capacità della scuola di
interpretare e di intervenire sulla complessa realtà del mondo contemporaneo e
comprenderne i problemi;
VISTA la necessità di promuovere la partecipazione attiva dei giovani alla
costruzione europea e di migliorare la comprensione della diversità culturale
europea e dei valori comuni, sostenendo il rispetto dei diritti umani e la lotta contro il
razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo;
CONSIDERATO che le risposte ai problemi posti dalla società di oggi, comuni a tutti
i paesi, devono investire il modo di pensare e di agire di tutti i cittadini e devono
comportare un cambiamento radicale nella mentalità e nei comportamenti
individuali e collettivi, gli interventi più significativi attuati all’ interno della scuola
devono coinvolgere tutti i soggetti dell’ educazione a partire dalla famiglia;
RITENUTO che il concetto di democrazia è strettamente connesso con quello di
cittadinanza, intesa non solo come insieme di doveri che tutti abbiamo, ma anche
nel senso che, come cittadini, dobbiamo essere protagonisti attivi della democrazia
e quindi soggetti responsabili della formazione civica dei giovani che è, e rimane,
uno degli obiettivi primari dell’ istruzione e della formazione;
CONSIDERATO che l’educazione alla democrazia e alla legalità trova nel
protagonismo degli studenti e delle studentesse un ambito privilegiato e che i dirittidoveri
di cittadinanza si esplicano nel rispetto delle regole e nella partecipazione di
tutti i cittadini alla vita civile, sociale, politica ed economica;
CONSIDERATO che il riconoscimento delle differenze è un valore aggiunto della
democrazia e che il principio di uguaglianza è uno dei cardini della Costituzione
italiana, intesa come opportunità da offrire a tutti i cittadini non secondo una logica
distributiva, ma come offerta individualizzata che tenga conto delle specificità e delle
caratteristiche di ciascuno;
EMANA
il presente atto di indirizzo recante le linee guida e gli orientamenti sulla cittadinanza
democratica e legalità.
1) - Finalità
Le indicazioni e gli orientamenti qui suggeriti si muovono sul percorso già intrapreso
da tante scuole che hanno realizzato e realizzano esperienze eccellenti,
evidenziando sensibilità per i bisogni dei giovani e degli adulti, impegno
nell’innovazione e nella ricerca didattica, capacità di affrontare fenomeni complessi
e di difficile soluzione. Si parte dall’esistente per rafforzare l’opportunità della scuola
di aprirsi al mondo esterno, in una logica di comunità educante all’ interno della
quale gli studenti e le studentesse siano soggetti centrali dell’ educazione e dell’
istruzione.
L’ipotesi è che la scuola diventi una comunità in cui si cresce sul piano umano e
culturale, si fa esperienza di convivenza civile e solidarietà, di inclusione nel rispetto
delle singole individualità e delle tante storie personali.
1.1 - Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell’ambito dell’autonomia e
della pluralità delle sue forme, promuovono tutte le condizioni per far sì che la
legalità e la democrazia siano una pratica diffusa nella comunità scolastica e nei
processi di apprendimento con l’obiettivo di formare cittadini e cittadine solidali e
responsabili, aperti alle altre culture e liberi di esprimere sentimenti, emozioni e
attese, capaci di gestire conflittualità e incertezza e di operare scelte ed assumere
decisioni autonome agendo responsabilmente per l’affermazione dei valori di libertà
e giustizia.
Vanno promosse, in questo quadro, le occasioni di apprendimento informale e non
formale, sia all’ interno della scuola sia al suo esterno, e va favorita l’interazione tra
apprendimento formale e apprendimento non formale.
1.2 - Ogni scuola deve assumere l’impegno e la responsabilità dell’apprendimento di
ciascuno studente e informare il suo operato alle regole della trasparenza, della
partecipazione e del rispetto dei singoli per sviluppare o rafforzare in ognuno dei
suoi attori - dal dirigente scolastico al personale amministrativo, dai docenti agli
alunni e alle loro famiglie – il senso dell’appartenenza ad una comunità in rapida
evoluzione che richiede a tutti i cittadini e segnatamente ai giovani capacità di
ascolto e di intervento, nel rispetto della libertà di tutti, in una dimensione locale,
nazionale ed internazionale, come luogo di relazioni e conoscenza, di incontri
culturali, di pratiche sociali, di solidarietà.
2) - Indicazioni operative
Se la legalità è valore della regola, strumento di libertà, possibilità di scelta,
partecipazione, fiducia nelle istituzioni e quindi anche nella scuola, realizzazione
dell’interesse generale essa non può essere fondata che sulla conoscenza, il
sapere, il bene della cultura.
Per vivere la legalità a scuola, è necessaria la concorrenza di più elementi: la
condivisione delle regole, la partecipazione alle scelte e alle decisioni, la
conoscenza e la condivisione della strada da percorrere e degli strumenti da
utilizzare per essere autenticamente liberi, ma anche saper discutere, saper
valutarsi e valutare, saper confrontarsi con le opinioni altrui, sapersi aprire al dialogo
e alla relazione in una logica interculturale.
La scuola aperta al mondo esterno, e in interazione costante con la famiglia e con
tutti i soggetti del territorio, diventa luogo di incontro e di scambio, di relazioni e di
occasioni, moltiplicando le opportunità di apprendimento e facilitando il dialogo tra
giovani ed istituzioni, tra pari, tra generazioni e culture diverse, garantendo la
capacità di dialogare in modo costruttivo e di porsi in modo critico, ma rispettoso, di
fronte all’ altro.
Vanno quindi promosse le capacità progettuali ed organizzative che le scuole
svolgono anche in rapporto alle peculiarità territoriali e allo stretto collegamento con
le famiglie, le autorità locali, il territorio nel suo complesso. La costruzione di
sinergie di azione fra attività curricolari ed attività extracurricolari, la costruzione di
percorsi di conoscenza finalizzati a favorire l’ acquisizione di strumenti autonomi di
giudizio e l’ interiorizzazione dei valori di democrazia, di cooperazione, di pace, sono
alcuni tra gli obiettivi che la scuola persegue.
Ci si muove proprio in questa direzione e la concertazione delle iniziative a livello
interistituzionale è una condizione determinante per affrontare l’ educazione alla
legalità come problema che coinvolga ed impegni tutti i soggetti che operano nel
sociale.
L’ impegno interistituzionale per contrastare il disagio, l’ emarginazione, l’
esclusione, per rimuovere le situazioni a rischio con l’ obiettivo di promuovere il
successo formativo per tutti e per ciascuno deve essere orientato a spezzare le
maglie di quella “ragnatela” di omertà e di ignoranza dalle quali l’ illegalità trae la sua
linfa.
La recente normativa offre agli studenti strumenti concreti per partecipare con
responsabilità e consapevolezza alla vita della scuola, esercitando diritti e doveri e
intervenendo come soggetto attivo che con pari dignità rispetto a tutti gli altri
soggetti della scuola.
3) - Il Piano dell’Offerta Formativa
Rappresenta il documento fondamentale di ogni istituzione scolastica. Contiene
l’analisi del contesto in cui opera, le priorità individuate, gli obiettivi e i risultati da
raggiungere, le strategie didattiche e valutative da adottare, le attività da svolgere, le
risorse disponibili in termini di ambienti, attrezzature, spazi, professionalità e
collaborazioni esterne attivate e da attivare.
L’efficacia del POF è legata al processo che ne ha determinato l’elaborazione.
Pertanto, una scuola intesa come comunità, dove si rafforzi il senso di
appartenenza, dove tutti, giovanissimi, giovani e adulti, stiano bene, vivano la
propria identità, e riconoscano quella altrui, è una scuola che favorisce una ampia
progettualità esistenziale e che rafforza il senso della realtà investendo nella
centralità pedagogica.
Tale centralità deve essere condivisa da tutti coloro che vi operano, dalle famiglie,
dagli studenti e da tutti deve essere assunta come obiettivo prioritario, nel rispetto
delle competenze e dei compiti di ciascuno.
4) - L’accoglienza
È lo strumento con cui la scuola, nell’accogliere, conosce e valorizza tutti gli apporti
dei singoli alunni, anche quelli di diversa cultura e abilità. In questa operazione,
anche il soggetto più debole e indifeso deve sentirsi “l’atteso”, anzi, secondo la
lezione di Don Milani, “il preferito”. Ciascuno deve trovare calore umano e cordialità,
deve avere la possibilità di essere ascoltato e avere risposte adeguate ai propri
bisogni, deve sentirsi parte integrante di un sistema organizzato e laborioso.
Una scuola che sa accogliere deve curare la pulizia e l’attrattività degli ambienti
avvalendosi anche della creatività degli studenti e delle studentesse che, in virtù del
loro stesso contributo, non li sentiranno estranei; deve favorire l’informazione e la
comunicazione; dare spazio ad attività in cui ciascuno possa esprimersi liberamente
utilizzando quelle competenze informali e non formali che molto spesso non
vengono valorizzate, assumere compiti e funzioni utili per la collettività scolastica.
5) - L’organizzazione della vita scolastica
Questa riguarda la didattica, le attività extracurricolari, la valutazione, l’uso degli
spazi (laboratori, auditorium, biblioteche, palestra, aule ), il calendario scolastico e
l’orario delle lezioni, compiti e funzioni del personale scolastico, la comunicazione
nella scuola, con le famiglie e con i soggetti esterni, la documentazione
amministrativa e didattica.
Il tutto deve essere orientato alla qualità dell’apprendimento e alla valorizzazione
delle risorse, strumentali e professionali, di cui ciascuna scuola dispone. Ciascuna
componente scolastica, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, deve
essere e sentirsi parte dell’organizzazione complessiva e del suo funzionamento.
Trasparenza, flessibilità e partecipazione attiva devono caratterizzare qualsiasi
scelta, compresa quella di suggerire eventuali adattamenti da apportare anche in
rapporto alla valutazione dell’efficienza della struttura organizzativa, variabile
fondamentale della qualità dell’offerta di ciascuna scuola.
L’ educazione alla legalità è premessa e dimensione trasversale dell’ intero percorso
formativo e parte organica delle attività curricolari perché può costituire asse e
condizione per la formazione di personalità critiche, autonome pluralistiche, aperte
alla conoscenza, disponibili ad affrontare la realtà, a difendere la propria identità, in
grado di riconoscersi, definirsi, di vivere i valori della democrazia in modo
consapevole trasferendone i principi nella pratica quotidiana.
6) - La rete delle relazioni
Le esperienze di regolazione nei rapporti interpersonali e di ruolo delle diverse
generazioni, bambini, giovani e adulti, costituiscono le esperienze basilari per la
nascita e lo sviluppo di atteggiamenti positivi nei confronti delle regole e delle
pratiche sociali. Pertanto la disponibilità all’ascolto, al confronto, l’attenzione ai punti
di vista, sensibilità e modelli culturali differenti, la partecipazione ai processi di
formazione delle decisioni devono regolare le relazioni tra studenti e dirigente
scolastico, tra studenti e docenti, tra dirigente e personale, tra scuola e famiglia.
Sono queste le condizioni per sentirsi parte di una comunità e maturare il senso
dell’appartenenza.
7) - L’approccio ai saperi
I saperi rappresentano il fondamento della conoscenza e contribuiscono a
impadronirsi delle chiavi di lettura della realtà nelle sue diverse dimensioni. Scoprire
e imparare i fondamenti delle discipline, i rispettivi linguaggi e le regole che
sottendono il processo di formazione della conoscenza è un’esperienza che sviluppa
competenze, autonomia di giudizio, senso critico, metodo di studio, capacità di
apprendere e, al tempo stesso, favorisce consapevolezza di sé e autostima e
orienta la progettualità personale. Vanno quindi privilegiate le metodologie che
favoriscono il protagonismo e promuovono lo spirito di ricerca.
8) - I saperi per la legalità
Un’attenzione particolare bisogna avere per la conoscenza storica che dà spessore
alle storie individuali ed a quella collettiva, che dà senso al presente e permette di
orientarsi in una dimensione futura. Anche la conoscenza della Costituzione, delle
istituzioni preposte alla regolamentazione dei rapporti civili, sociali ed economici,
sono fondamentali e devono essere parte del bagaglio culturale dei giovani. La
conoscenza del contesto sociale nel quale i giovani si muovono e agiscono non può
prescindere dalla conoscenza delle dinamiche europee ed internazionali, delle altre
lingue, culture e religioni, maturata anche attraverso la capacità di accesso ed uso di
tutte le opportunità di mobilità culturale e geografica esistenti.
Gli interventi si svilupperanno su più livelli, da quello della comunicazione sociale,
alla conoscenza del territorio e dell’ ambiente e si incentreranno sui temi
dell’educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva, con particolare attenzione alla
dimensione europea. In questo contesto è necessario promuovere occasioni di
carattere informale e prevedere la trattazione delle diverse tematiche proposte
anche attraverso il coinvolgimento diretto delle realtà giovanili presenti nella città e
nei luoghi di ritrovo.
Rispetto alla promozione di occasioni più strutturate e formali di apprendimento
potrebbero assumere una significativa centralità modi e strumenti che facilitino i
dibattiti, gli incontri, gli scambi e che coinvolgano, scuole, università, centri di
aggregazione giovanile (es. Centri Risorse creati con la Misura 4 Obiettivo 1- PON
Nazionale).
Per educare alla democrazia, alla legalità, alla cittadinanza possono essere
utilizzate e valorizzate tutte le diverse forme espressive degli studenti e delle
studentesse.
9) - La valutazione
Ciascuna istituzione scolastica deve dare un ruolo di primo piano alla valutazione
dell’efficacia, dell’efficienza e dell’equità del proprio servizio educativo e formativo.
Pertanto la vita scolastica, nella pluralità delle sue dimensioni e dei soggetti che vi
operano, compresi gli alunni e i genitori, va monitorata sulla base di indicatori relativi
a tutte le variabili che favoriscono e concorrono all’apprendimento di alunni e alunne.
La lettura dei dati consentirà di procedere alla valutazione che, nel caso specifico, si
caratterizza come autovalutazione.
Soprattutto per quanto riguarda gli apprendimenti, occorre dare il giusto spazio al
coinvolgimento degli alunni guidandoli, attraverso la ricostruzione della loro
esperienza scolastica, all’autovalutazione, essenziale per acquisire consapevolezza
di sé, delle proprie possibilità e soprattutto della propria crescita.
Le scuole secondarie di secondo grado, considerata l’età degli studenti, dovranno
trovare le forme più adeguate per coinvolgere studenti e studentesse già nella
definizione degli indicatori relativi all’insieme dei fattori che danno efficacia ed
efficienza alla qualità della scuola e degli apprendimenti; in tal modo, conoscendo
con chiarezza gli aspetti e le dinamiche della realtà scolastica, impareranno ad
assumere la responsabilità del loro operato, a sentirsi parte attiva di una struttura
organizzata che apprende.
10) - La formazione del personale scolastico
La realizzazione degli obiettivi proposti e da perseguire, le strategie da adottare e le
collaborazioni da attivare per tradurre i principi di cittadinanza, democrazia e legalità
in patrimonio culturale dei singoli, in comportamenti e in modello di vita è legata al
coinvolgimento di tutto il personale scolastico, alla sua sensibilità, alla crescita
professionale. A tale scopo la formazione continua assume un ruolo di primaria
importanza. Essa, ancorata alle esperienze di vita e professionali dei singoli, deve
dare gli strumenti conoscitivi per consentire la necessaria riflessione sulle questioni
più intimamente legate alla legalità, all’educazione interculturale e alla cittadinanza
attiva, stimolare la riflessione, orientare la ricerca educativa e soprattutto didattica,
modalità che arricchisce e produce cambiamenti sostanziali.
La sfida maggiore investe i docenti di tutte le aree disciplinari, che devono ricercare
e valorizzare i contenuti, le metodologie e le forme di relazione e valutazione degli
apprendimenti, che maggiormente favoriscono la partecipazione e il coinvolgimento
degli alunni, la percezione di star bene a scuola, la consapevolezza di essere in una
comunità che accoglie, che mette in pratica le regole del vivere civile e sociale, che
dialoga con le istituzioni e con la società civile organizzata, che sa apprendere.
11) - L’apertura della scuola alle famiglie e al territorio
La famiglia e il territorio costituiscono due punti di forza che la scuola non deve
trascurare. Il buon esito del suo operato dipende anche dal grado di coinvolgimento
delle famiglie, dalla capacità di individuare le risorse che il territorio offre, di
collaborare con le tante associazioni che lavorano per la legalità, intesa nella sua
accezione più ampia, e che operano nel tessuto sociale per i giovani e con i giovani.
Occorre dare ampio spazio ai genitori singoli o associati, tenendo conto delle realtà
esistenti ed operanti nel territorio, delle iniziative realizzate o in fase di realizzazione
(V. Progetto Genitori) rafforzandone i contenuti e prevedendo azioni coerenti, non
sovrapposte, che vedano l’ integrazione delle risorse piuttosto che la loro
polverizzazione.
E’ necessario, pertanto, favorire il coinvolgimento dei genitori con l’obiettivo di
avvicinarli alla scuola e di renderli partecipi non solo dell’andamento scolastico dei
propri figli, ma di tutto ciò che la scuola possiede e realizza. Ad essi deve essere
offerta l’opportunità di trovare nell’ambiente scolastico occasioni di confronto e
dialogo, di conoscenza, di partecipazione a iniziative e attività, utilizzando il
patrimonio di competenze che ogni adulto possiede.
In questa direzione dovrebbero essere progettati interventi di sensibilizzazione e
formazione finalizzati a favorire, anche tra i genitori, la riflessione sulle
problematiche dei giovani e sulle questioni della convivenza civile e democratica.
Altrettanto spazio bisogna dare alle relazioni con il territorio, che deve guardare alla
scuola come ad un bene comune, come ad un luogo aperto alle sollecitazioni
esterne, disponibile ad offrire spazi, attrezzature e competenze. La scuola, dal canto
suo, deve vivere il territorio come luogo di incontri e conoscenza, terreno di
solidarietà, area di sperimentazione. Pertanto vanno promosse tutte le iniziative che
portano studenti di ogni ordine e grado fuori della scuola, nel senso che essi devono
misurarsi con la vita pubblica, conoscere e vivere i vantaggi dell’associazione,
dedicarsi ad attività di volontariato. Da qui l’importanza di costruire una vasta rete di
relazioni con altre scuole, con le associazioni che contrastano ogni forma di
negazione dei diritti umani, che svolgono attività di volontariato, che testimoniano il
valore dell’impegno civile e sociale e della solidarietà.
12) - Gli studenti e l’ associazionismo
Altro elemento da non trascurare è la promozione delle aggregazioni giovanili. In
questo le associazioni studentesche e le Consulte provinciali degli studenti possono
dare un grande contributo di idee, di conoscenza del mondo giovanile e dei suoi
bisogni, di azioni di sensibilizzazione, destinate anche al mondo degli adulti.
La scuola deve poter essere il punto di riferimento delle suddette aggregazioni,
confrontarsi, dialogare e collaborare, offrendo risorse, spazi e strumenti per incontri
e iniziative.
Un obiettivo prioritario, in questo contesto, deve essere quello di promuovere la più
ampia progettualità, la capacità di assumere un ruolo propositivo attivo e partecipe,
ma anche la capacità di co-gestire, organizzare, esperire.
Sarebbe, pertanto, opportuno:
! attuare esperienze pilota che vedano il coinvolgimento diretto dei giovani nei
loro diversi luoghi di aggregazione e attraverso le loro diverse forme
espressive
! sperimentare nuove strategie di intervento in ambito scolastico ed
extrascolastico, locale, nazionale ed europeo che prevedano il
coinvolgimento delle istituzioni, delle scuole, delle Consulte Provinciali degli
Studenti e delle Associazioni giovanili per realizzare percorsi formativi
condivisi di educazione alla legalità.
13) - La cooperazione europea e internazionale
Un contributo all’acquisizione di conoscenze, competenze e atteggiamenti che
aiuteranno i giovani a diventare cittadini e a svolgere un ruolo nella società, può
venire dalla cooperazione europea e internazionale.
Gli studi condotti dal Consiglio di Europa sull’educazione alla cittadinanza
democratica possono rappresentare per i docenti un valido stimolo per approfondire
gli ambiti teorici e conoscere le numerose esperienze dei diversi Paesi appartenenti
all’U.E..
Inoltre, la partecipazione ai programmi europei costituisce una valida e significativa
occasione per definire e realizzare con scuole di altri Paesi strategie didattiche
finalizzate al confronto e allo scambio fra culture e a favorire tra i giovani il dialogo
interculturale.
Gli spazi che i progetti a dimensione europea dedicano alla mobilità non possono
che arricchire la conoscenza attraverso l’esperienza diretta e far superare ,
attraverso il confronto con altre tradizioni, mentalità e comportamenti, gli stereotipi
che sovente sono alla base di fenomeni di intolleranza, xenofobie e razzismo.
14) - Le azioni a livello nazionale, regionale e provinciale
Educare alla legalità – che è l’ obiettivo prioritario dell’educazione alla cittadinanza -
può assumere molteplici forme e una pluralità di aspetti che vanno: dall’associazione
di volontariato, al gruppo sportivo d’istituto, alle attività teatrali, dall’ apertura degli
spazi della scuola di pomeriggio, alla scrittura condivisa del Regolamento d’istituto
ispirato ai principi dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, nel favorire l’evoluzione naturale
dall’”educazione” alla legalità verso una “cultura” della legalità come pratica diffusa
della comunità scolastica in cui la partecipazione studentesca diviene momento
centrale, promuove e sostiene l’operato delle Istituzioni scolastiche attraverso
l’attuazione delle seguenti azioni:
• realizza accordi e intese con i Ministero dell’ Interno, della Giustizia e delle
Politiche sociali, con i Dipartimenti delle Pari opportunità, per realizzare azioni
congiunte e coordinate nelle rispettive materie di competenza, finalizzate a
rimuovere gli ostacoli che favoriscono condizioni di disagio, di negazione dei diritti, di
illegalità.
• istituisce la Giornata Nazionale della Cittadinanza e della Legalità in una data da
individuare, d’intesa con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome;
• coordina iniziative di monitoraggio ex ante, in itinere, ex post e di valutazione
delle esperienze scolastiche, comprese quelle a dimensione europea,. per favorire
la loro disseminazione e valorizzazione, in collaborazione con gli Uffici scolastici
regionali e provinciali;
• avvia intese di collaborazione con Associazioni/Enti/Istituzioni che si occupano di
educazione alla legalità e lotta alla mafia;
• rafforza il ruolo e i compiti del Forum delle Associazioni degli studenti, delle
Consulte provinciali degli studenti, anche attraverso una più efficace e solida
interazione fra tutti gli organismi di rappresentatività degli studenti esistenti. La
partecipazione degli studenti alla vita della scuola che non si esprime solo attraverso
le forme di rappresentanza previste (dal livello d’Istituto alla Conferenza Nazionale
dei Presidenti della Consulte), va promossa e valorizzata quale risorsa essenziale e
determinante per avviare processi di democrazia consapevoli e condivisi. In tale
quadro si intende promuovere un più stretto e proficuo contatto con le
organizzazione giovanili europee e individuare strumenti e strategie rivolti a favorire
l’ accesso dei giovani alle opportunità di studio e di scambio, di mobilità e di
collaborazione transnazionale;
• promuove la cultura della partecipazione e della collaborazione anche attraverso
il coinvolgimento dell’associazionismo di studenti, genitori, operatori sociali, enti
pubblici e privati che operano nell’ ambito della promozione della legalità e della
difesa delle vittime dell’ illegalità, dell’ ingiustizia e della sopraffazione;
• prevede, in considerazione della complessità dei temi trattati, la costituzione di
gruppi di lavoro a livello nazionale e regionale (all’interno dei quali dare spazio alla
Consulta provinciale degli studenti, alle Associazioni dei genitori, ai rappresentanti
degli Organi Collegiali) che garantiscano azioni concrete quali:
- incontri periodici e dibattiti anche virtuali (es. costruzione di un “portale orizzontale”
che rappresenti il punto di incontro dei gruppi di lavoro, nazionale e regionali);
- “INTRANET” di servizio finalizzato a creare uno scambio costante ed aggiornato di
informazioni tra partner e a gestire a distanza tutti i momenti di lavoro;
Gli Uffici centrali, regionali e provinciali del Ministero, ciascuno nell’ambito delle
proprie competenze, sostengono le istituzioni scolastiche nelle forme e con le
modalità della condivisione e con gli strumenti che favoriscono il coordinamento.
IL MINISTRO
Giuseppe Fioroni
sabato 8 dicembre 2007
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